mercoledì 24 febbraio 2016

El Dios pigro - il piede sinistro che passa una volta ogni trent'anni

Al genio, compreso e incompreso, di el chino Recoba. Un bellissimo pezzo di uno dei più forti giocatori al mondo che ha fatto sognare interisti e non - appunto.

Dal blog "zona Cesarini"

http://zonacesarini.net/2015/02/04/recoba-el-dios-pigro/



giovedì 18 febbraio 2016

Auguri Faber

"Il cuore rallenta la testa cammina 
in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento

porto il nome di tutti i battesimi
ogni nome il sigillo di un lasciapassare
per un guado una terra una nuvola un canto
un diamante nascosto nel pane

per un solo dolcissimo umore del sangue
per la stessa ragione del viaggio viaggiare
Il cuore rallenta e la testa cammina
in un buio di giostre in disuso

qualche rom si è fermato italiano
come un rame a imbrunire su un muro
saper leggere il libro del mondo
con parole cangianti e nessuna scrittura

nei sentieri costretti in un palmo di mano
i segreti che fanno paura
finché un uomo ti incontra e non si riconosce
e ogni terra si accende e si arrende la pace

i figli cadevano dal calendario
Yugoslavia Polonia Ungheria
i soldati prendevano tutti
e tutti buttavano via

e poi Mirka a San Giorgio di maggio
tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi
e dagli occhi cadere

ora alzatevi spose bambine
che è venuto il tempo di andare
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare

e se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e sfortuna
allo specchio di questa kampina
ai miei occhi limpidi come un addio

lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio

Cvava sero po tute
i kerava
jek sano ot mori
i taha jek jak kon kasta

Poserò la testa sulla tua spalla
e farò
un sogno di mare
e domani un fuoco di legna

vasu ti baro nebo
avi ker
kon ovla so mutavia
kon ovla

perché l'aria azzurra
diventi casa
chi sarà a raccontare
chi sarà

ovla kon ascovi
me gava palan ladi
me gava
palan bura ot croiuti

sarà chi rimane
io seguirò questo migrare
seguirò
questa corrente di ali

venerdì 5 febbraio 2016

Carotenuto e Montiglio testimoni al processo Condor

Sono di Gennaro Carotenuto e Alejandro Montiglio le prime deposizioni del processo Condor in questo nuovo anno. Si tratta del figlio del caposcorta dei Gap di Salvator Allende e dello storico Carotenuto, esperto di America Latina e autore di Todo Cambia, il racconto del dramma della desaparicion con le testimonianze di decine di figli di scomparsi. Dopo l'udienza nell'aula bunker in cui hanno prestato testimonianza sotto giuramento, i due si sono intrattenuti, intervistati dalla giornalista Nadia Angelucci, presso la Fondazione Basso a Roma.
Alejandro Montiglio ha espresso la sua gioia per l'andamento del processo e ha voluto ricordare tutti i suoi compagni socialisti caduti per la lotta contro la dittatura: “uomini onesti e liberi non avrebbero potuto fare altrimenti”. Carotenuto ha raccontato delle leggi di autoamnistia che negli anni si sono succedute per evitare che i responsabili potessero pagare per i loro comportamenti criminali ma anche di una “giustizia nella misura del possibile”, espressione del primo presidente della Corte Costituzionale cilena, rispetto alle condanne emesse contro alcuni responsabili come Arellano Stark, condannato a sei anni di reclusione. Una condanna irrisoria ma pur sempre una condanna e cioè un'eccezione che ha superato le leggi di amnistia, la regola. La lunga deposizione di Carotenuto ha toccato tantissimi temi e soprattutto il dramma della sparizione: non si è trattato di un semplice crimine contro la persona - ha spiegato Carotenuto citando anche la studiosa Gabriella Citroni - ma di un crimine permanente contro l'umanità. Il processo riprenderà il 25 febbraio e, probabilmente, la situazione cilena avrà un'accelerata: come fanno sapere gli avvocati di parte civile, verrà chiesta la separazione dal processo degli imputati cileni per arrivare prima e separatamente a sentenza.