venerdì 5 febbraio 2016

Carotenuto e Montiglio testimoni al processo Condor

Sono di Gennaro Carotenuto e Alejandro Montiglio le prime deposizioni del processo Condor in questo nuovo anno. Si tratta del figlio del caposcorta dei Gap di Salvator Allende e dello storico Carotenuto, esperto di America Latina e autore di Todo Cambia, il racconto del dramma della desaparicion con le testimonianze di decine di figli di scomparsi. Dopo l'udienza nell'aula bunker in cui hanno prestato testimonianza sotto giuramento, i due si sono intrattenuti, intervistati dalla giornalista Nadia Angelucci, presso la Fondazione Basso a Roma.
Alejandro Montiglio ha espresso la sua gioia per l'andamento del processo e ha voluto ricordare tutti i suoi compagni socialisti caduti per la lotta contro la dittatura: “uomini onesti e liberi non avrebbero potuto fare altrimenti”. Carotenuto ha raccontato delle leggi di autoamnistia che negli anni si sono succedute per evitare che i responsabili potessero pagare per i loro comportamenti criminali ma anche di una “giustizia nella misura del possibile”, espressione del primo presidente della Corte Costituzionale cilena, rispetto alle condanne emesse contro alcuni responsabili come Arellano Stark, condannato a sei anni di reclusione. Una condanna irrisoria ma pur sempre una condanna e cioè un'eccezione che ha superato le leggi di amnistia, la regola. La lunga deposizione di Carotenuto ha toccato tantissimi temi e soprattutto il dramma della sparizione: non si è trattato di un semplice crimine contro la persona - ha spiegato Carotenuto citando anche la studiosa Gabriella Citroni - ma di un crimine permanente contro l'umanità. Il processo riprenderà il 25 febbraio e, probabilmente, la situazione cilena avrà un'accelerata: come fanno sapere gli avvocati di parte civile, verrà chiesta la separazione dal processo degli imputati cileni per arrivare prima e separatamente a sentenza. 

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