Riprende il processo Condor: è il giorno della deposizione
di Martin Almada, il maestro combattente che scoprì gli archivi del terrore,
i documenti che provano il collegamento delle giunte militari per la
eliminazione fisica degli oppositori politici alle dittature latinoamericane.
Secondo Almada, i documenti provano che “gli ordini
partivano direttamente da Washington” e
chiama in causa l’allora segretario di
Stato Kissinger, mente dell’operazione, Pinochet, che aveva il compito di eliminare
tutti i comunisti, e Banzer, dittatore Boliviano, che doveva ripulire le
gerarchie ecclesiastiche dai fermenti progressisti della teologia della
liberazione.
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Martin Almada |
Il Plan condor ha “eliminato le frontiere per eliminare la
gente che la pensava diversamente” dice perentoriamente davanti alla giuria
popolare Almada, nel tentativo di dare una definizione efficace a ciò che è stata questa enorme operazione militare.
Il maestro, divenuto poi anche avvocato, durante la deposizione ha raccontato della sua vita, di come si laureò in scienze dell’educazione e della sua attività politica, finalizzata a migliorare le condizioni di lavoro e di salario dei maestri del Paese. Per questo motivo venne preso di mira dalla giunta militare del Paraguay: venne arrestato senza garanzie, torturato e portato in un posto chiamato “il sepolcro dei vivi” dove si rese subito conto che i torturatori venivano da diversi paesi dell’America Latina. È lì che scoprì l’esistenza del piano: “siamo nelle grinfie del Condor”, gli disse un detenuto, ex appartenente della polizia segreta. Racconta di quando scoprì quegli archivi: “era il 22 dicembre del 1992” - dice con una certa solennità, aggiungendo con grande precisione anche l’orario: “erano le undici del mattino”.
Il maestro, divenuto poi anche avvocato, durante la deposizione ha raccontato della sua vita, di come si laureò in scienze dell’educazione e della sua attività politica, finalizzata a migliorare le condizioni di lavoro e di salario dei maestri del Paese. Per questo motivo venne preso di mira dalla giunta militare del Paraguay: venne arrestato senza garanzie, torturato e portato in un posto chiamato “il sepolcro dei vivi” dove si rese subito conto che i torturatori venivano da diversi paesi dell’America Latina. È lì che scoprì l’esistenza del piano: “siamo nelle grinfie del Condor”, gli disse un detenuto, ex appartenente della polizia segreta. Racconta di quando scoprì quegli archivi: “era il 22 dicembre del 1992” - dice con una certa solennità, aggiungendo con grande precisione anche l’orario: “erano le undici del mattino”.
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Andres Humberto Bellizzi Bellizzi |
Maria e Silvia Bellizzi |
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