martedì 5 marzo 2013

CONSIGLIO DI STATO: GIORGIO GIOVANNINI E' IL NUOVO PRESIDENTE

(AGENPARL) - Roma, 5 mar - C'erano tutte le più alte cariche dello Stato alla cerimonia di insediamento del nuovo Presidente del Consiglio di Stato Giorgio Giovannini. Classe 1943, laurea in giurisprudenza con lode alla Sapienza nel 1966, Consigliere di Stato dal 1974, Giovannini prende il posto del Presidente Giancarlo Coraggio, nominato lo scorso 28 gennaio giudice della Corte Costituzionale. La cerimonia, che segue alla nomina avvenuta durante il Consiglio dei Ministri del 21 dicembre scorso, si è aperta con le parole del Premier Mario Monti che ha parlato di una giustizia amministrativa che, se resa più "snella", può rappresentare lo strumento per condurre il Paese lontano dalla crisi. Il Presidente del Consiglio ha parlato di un giudice amministrativo al servizio dei cittadini e delle imprese che sappia essere all'altezza dei tempi che corrono, della dimensione europea e che interpreti l'atto amministrativo al di là dei vizi formali, "in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione", come vuole l'art. 97 della Costituzione. Dopo aver citato i provvedimenti legislativi adottati dal governo - i due decreti correttivi del codice del processo amministrativo e le leggi di prevenzione della corruzione - ha concluso con la convinzione che "il Consiglio di Stato saprà mantenere fede alle esigenze che il paese manifesta". La parola è poi passata al Presidente Giovannini che, dopo aver salutato tutte le più alte cariche istituzionali, si è rivolto al Presidente della Repubblica Napolitano illustrando la recente evoluzione del nostro sistema di giustizia amministrativa che ha rafforzato i mezzi di tutela giudiziaria contro le azioni illegittime della P.A. e contro l'inerzia della stessa. Due le parole chiave attraverso cui si è snodata la relazione del Presidente Giovannini: tempestività e qualità. Tempestività, perché la giustizia deve essere assicurata in tempi "ragionevoli", perché "una giustizia ritardata è una giustizia negata", e qualità che deve essere garantita dalla selettività dei procedimenti previsti per la nomina a magistrato ordinario e con il costante aggiornamento assicurato dall'Ufficio Studi. La qualità sarà assicurata, soprattutto, dall'indipendenza dei giudici, "talora messa in discussione - ha continuato il nuovo Presidente - anche a livello di opinione pubblica, dallo svolgimento a parte di attività politica o di incarichi amministrativi presso le pubbliche amministrazioni". Giovannini ha poi mostrato la ferma convinzione della necessità di istituire le Corti amministrative interregionali, "in modo da attuare un ulteriore avvicinamento della giustizia amministrativa al territorio", e l'opportunità di estendere l'attività consultiva del Consiglio di Stato agli atti legislativi del Parlamento e del Governo, "al fine di favorire la chiarezza, la completezza e l'organicità dei testi normativi, oggi spesso carenti sotto tali profili".
"Non credo che l'assunzione di un incarico di vertice in una delle magistrature comporti la necessità di dichiarazioni programmatiche. Occorre essere fedeli alla Costituzione, applicare la Legge, preservare la dignità e l'autorevolezza della funzione", ha affermato Giovannini, nelle sue conclusioni, lasciando da parte lo stato della giustizia amministrativa e riflettendo sul suo nuovo e prestigioso incarico istituzionale. "Occorre ribadire questi principi, semplici e forti, a maggior ragione in un momento storico in cui - attraverso campagne di opinione non sempre disinteressate - si dubita quasi della necessità della funzione giurisdizionale e si è spesso guardati con sospetto" ha spiegato Giovannini che, in conclusione, ha citato il famoso discorso di Bergamo con cui Silvio Spaventa nel 1880 aveva sostenuto l'introduzione di una sistema di giustizia amministrativa non per indebolire l'autorità dello Stato ma per accrescerla, "impedendo che si corrompano le nostre istituzioni, nelle quali solamente il popolo italiano, colla libertà, può raggiungere il suo maggiore benessere". "Si tratta di obiettivi e di valori - ha affermato il Presidente al termine della cerimonia - che a tanti anni di distanza restano pienamente validi, confermati dalla Carta Costituzionale. Essi disegnano il ruolo e le responsabilità connesse a noi magistrati amministrativi nel moderno Stato di diritto".

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