giovedì 30 ottobre 2025

After starvation - Cosa succede a Gaza dopo mesi di fame forzata?

Le persone gravemente malnutrite non possono ricominciare a mangiare così facilmente. Il semplice atto di tornare a mangiare può essere pericoloso, persino letale. Se ne parla in un articolo di Clayton Dalton, medico d’emergenza e collaboratore del New Yorker, che spiega le conseguenze della sindrome da rialimentazione e gli effetti metabolici a lungo termine della fame.

Refeeding Syndrome, la sindrome da rialimentazione
Chi, dopo una fame prolungata, ricomincia a mangiare troppo rapidamente può essere colpito da una grave sindrome metabolica. L’organismo, abituato alla carenza estrema di nutrienti, non riesce a gestire il ritorno improvviso delle calorie: si producono squilibri chimici potenzialmente fatali che possono causare arresto cardiaco, respiratorio o danni cerebrali. Per questo la rialimentazione deve avvenire sotto stretto controllo medico: esami del sangue, monitoraggio continuo, minime quantità di glucosio, e aumento graduale delle calorie. Ovviamente, in un contesto come Gaza, tutto questo è impossibile.

Le conseguenze a lungo termine della starvation
La sindrome da rialimentazione è una conseguenza immediata della malnutrizione. Ma a lungo termine la fame lascia un’impronta profonda nel corpo. Lo studio sulla Dutch Hunger Winter (la carestia olandese del 1944-45) ha mostrato che chi era stato esposto alla fame nel grembo materno o da bambino, decenni dopo, aveva un rischio maggiore di diabete, malattie cardiache e obesità. In sostanza, la fame “programma” il corpo a sopravvivere alla scarsità; ma quando il cibo torna disponibile, quel meccanismo si ribalta: il metabolismo rallenta, il bisogno di accumulo aumenta e si creano le basi per un nuovo eccesso — obesità, alterazioni metaboliche e conseguenze psicologiche.

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