giovedì 30 ottobre 2025

Rio de Janero contro i narcos. Il sindaco: “Non saremo ostaggio di criminali che seminano paura” - Via lastampa.it

Il numero dei morti è cinque volte più alto di quello registrato nell’operazione del maggio 2021 quanto vennero uccise 28 persone
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Rio de Janero contro i narcos. Il sindaco: “Non saremo ostaggio di criminali che seminano paura” - La Stampa)

A guardare dall’esterno sembra un set cinematografico, ma non è un film: è Rio de Janeiro il 28 ottobre 2025 nella più letale operazione contro i narcos nella storia del Brasile. La capitale è in stato di guerra: lo scrivono tutti i principali media brasiliani. Il bilancio è – per ora – di 138 morti, tra cui quattro agenti, in seguito all’operazione lanciata da Cláudio Castro – governatore dello Stato di Rio, appartenente al partito di di Bolsonaro – contro la principale fazione criminale della città, il Comando Vermelho, il Comando rosso, una delle più antiche e potenti organizzazioni criminali del paese nata alla fine anni ‘70.

Chiedendo il sostegno del governo federale brasiliano, Castro ha dichiarato che «si tratta di una operazione dello Stato contro i narcoterroristi». 2.500 sarebbero gli uomini dispiegati nei complessi di Alemão e Penha, dove vivono più di 280mila persone in decine di favelas con l’obiettivo di catturare i leader criminali e contenere l'espansione territoriale del comando narcos.

Il numero dei morti è molto più altro di quello registrato nell’operazione del maggio 2021 quanto vennero uccise 28 persone; anche nel maggio 2022 ci fu un’importante operazione con 24 morti, ma nemmeno sommando i morti si arriva a un bilancio del genere in un'unica azione anti-narcos. La polizia della capitale brasiliana ha agito paralizzando un’intera città, con esecuzioni extragiudizili e, secondo quanto si apprende dai giornali locali, oltre ai 138, ci sarebbero stati anche 81 arresti; 93 i fucili sequestrati.

«Oggi è un giorno importante per Rio de Janeiro, la più grande operazione nella storia della nostra polizia. Non ho dubbi che sia un giorno di duro colpo al crimine. La polizia non lascerà le strade fino a quando la situazione non sarà completamente normalizzata», ha spiegato il governatore. E i Narcos non sono rimasti a guardare: mentre la popolazione veniva avvisata su Whatsapp a partecipare ai blocchi stradali, gli uomini del Comando hanno reagito con droni carichi di granate e fucili d’assalto capaci di bloccare elicotteri e autobus.

Intanto, Edgar Alves Andrade, detto Doca da Penha, leader del Comando Vermelho contro cui pendono decine di mandati di cattura per oltre cento omicidi, continua a essere latitante. La guerriglia è stata portata avanti dalle migliaia di affiliati al gruppo che controllano la gran parte delle favelas: i narcos hanno bloccato le superstrade e gli accessi principali nella zona nord e nella zona sud-ovest della città, mandando in tilt la mobilità in tutto il comune, con autobus dati alle fiamme e negozi obbligati ad abbassare le saracinesche per bloccare la attività commerciali; sospese anche le attività degli ospedali e i voli.

È l’apocalisse in una delle giornate più nere del Brasile. Rio De Janeiro è completamente paralizzata: dopo una riunione d’emergenza al Palazzo del Planalto, i ministri Rui Costa (Casa Civil), Ricardo Lewandowski (Giustizia e Sicurezza) arriveranno nella capitale.

Il sindaco Eduardo Paes ha tranquillizzato gli abitanti dichiarando che Rio «non sarà ostaggio di criminali che vogliono seminare la paura per le strade». Le autorità affermano che «la situazione è sotto controllo», ma il livello di sicurezza resterà attivo ancora per ore.

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