Dopo le elezioni di agosto che avevano già estromesso il Movimento per il Socialismo dalla competizione elettorale, il senatore Paz vince il ballottaggio. Si insedierà l’8 novembre
di Luisa Foti
Il senatore Rodrigo Paz Pereira sarà il nuovo presidente della Bolivia, dopo la vittoria al ballottaggio nelle elezioni presidenziali. Finiscono così vent’anni di Mas, il movimento delle comunità indigene e contadine crollato al 3% al primo turno.
È il Tribunale elettorale supremo a decretare la vittoria del senatore nato 58 anni fa in Spagna, dove la sua famiglia era fuggita negli anni delle dittature. Figlio d’arte – suo padre è l’ex presidente di sinistra Jaime Paz Zamora, – con un orientamento centrista e uno sguardo a destra, Paz ha una lunga esperienza in politica e si è presentato alle elezioni con il Partito democratico cristiano (Pdc).
Anche se i sondaggi non lo davano come favorito, in molti ci avrebbero scommesso: dietro di lui, infatti, c’era l’ombra, e la spinta social, del suo candidato vicepresidente Edman Lara, un ex poliziotto di destra che aveva fatto parlare di sé per la sua attività contro la corruzione in polizia. Così il Pdc ha trionfato al primo e al secondo turno. Dopo aver vinto alle elezioni di agosto con il 32%, staccando di sei punti l’ex presidente Jorge Quiroga – e di ben 29 il Mas – il senatore ha vinto al ballottaggio con il 54%, lasciando lo sfidante di destra al 45,46%. Paz ha puntato tutto su moderazione, ricerca del consenso degli elettori del Mas, la promessa di un “capitalismo per tutti” e tasse più basse. In politica estera è chiaro da che parte starà: la Bolivia sta «riconquistando il suo posto sulla scena internazionale», ha detto il futuro presidente facendo riferimento alla relazione che intende avere con gli Usa.
Il paese dovrà ripartire da qui, dopo vent’anni di fede incrollabile in quel movimento antimperialista che è – o è stato – il Mas, che nella prossima legislatura avrà soltanto due rappresentanti alla Camera e nessuno al Senato, dopo aver avuto i due terzi del Congresso in quella precedente. Rompendo con gli Usa, Evo Morales aveva portato il paese a sinistra, nazionalizzando le risorse energetiche, redistribuendo la ricchezza e stringendo alleanze con Cina, Russia, Cuba e Venezuela; inoltre, da qualche tempo il Mas vive una crisi profonda causata dalle rivalità interne tra gli ex amici Evo Morales e l’attuale presidente Luis Arce.
Dopo l'annuncio dei risultati, Edman Lara ha lanciato un appello a “unità e riconciliazione”: sono stati mesi difficili, segnati da una campagna elettorale conflittuale e da una situazione economica complicata. Capita spesso di vedere i boliviani fare code per acquistare il carburante a prezzi altissimi perché la Bolivia non riesce più a ottenere dollari come in passato con l’esportazione del gas naturale. Paz ha ora una grande sfida: far uscire il paese dalla crisi e governare senza la maggioranza assoluta, cercando l’appoggio di altri partiti per le riforme.
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